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Channel: PopUp, il blog di Luca Bianchini - Vanity Fair » Marco Alemanno
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In amore siamo tutti gay e lesbiche

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La Francia che tanto critichiamo si è mostrata ancora una volta più aperta e più veloce di noi: il Parlamento francese ha varato il primo Sì alla legge per il riconoscimento delle coppie omosessuali.
Ma quello che trovo sempre fuori luogo, quando si tratta dei diritti gay, è la necessità di spettacolarizzazione e l’inevitabile atmosfera da cataclisma apocalittico.
Un po’ come quando c’è il Gay Pride e sui giornali sembra sempre il Circo di Moira Orfei (c’è pure quello, ovvio, guai se non ci fosse!).
L’equivoco in questo caso nasce dalla parola “nozze”, che culturalmente noi associamo all’abito bianco, al mondo uomo-donna e in questa nuova accezione può dare adito a battute o stranezze.
Siamo un popolo di conservatori, e non amiamo cambiare. Ma in realtà la questione fondamentale è sui diritti.
E in Italia non riguarda solo le coppie omosessuali ma tutte le coppie di fatto che, se non unite dal matrimonio, possono correre non pochi rischi in caso di perdita del coniuge, eredità, etc. Ovviamente le coppie eterosessuali hanno il vantaggio che possono sposarsi, quindi in quel caso una soluzione comunque ci sarebbe.
Ma tornando alle unioni gay, quello che mi sorprende è l’impossibilità di parlarne senza che il discorso parta per la tangente. Subito si sente la necessità di mettere in discussione la questione dei figli e se sia giusto o meno che li abbiano e verranno gay pure loro ed è meglio due mamme piuttosto che due papà.
Ma prima dei figli, parliamo della coppia!
Così facendo, ci si perde nelle diatribe e molti vedono nella questione lo stesso “baratro” che la chiesa paventa da anni neanche se si trattasse della mafia.
Caro cardinal Bagnasco, come mai gli anatemi contro i gay sono assai più numerosi rispetto a quelli contro i pedofili o i mafiosi o i corrotti o gli evasori fiscali che hanno messo in ginocchio l’Italia?
C’è una ragione che mi sfugge sulla maggiore gravità di questo peccato, e non è una battuta.
Il Corriere della Sera ieri divideva la pagina in due: pro e contro. Chi è d’accordo, chi non lo è.
Ed è qui secondo me l’errore: non si può non essere d’accordo che due persone innamorate siano una coppia. E abbiano diritto di andarsi a trovare se sono in sala di rianimazione o di ereditare i beni in caso di morte.
Ditemi voi se è giusto che il compagno di Lucio Dalla, Marco Alemanno, non abbia diritto a niente e tutto vada nelle mani dei cugini di quarto grado che manco sapevano chi fosse e ora faranno i nababbi.
La discussione, se affrontata con le trombe e i titoli a caratteri cubitali, non porterà a nulla. Ho trovato molto più rivoluzionario il concorrente dell’Eredità che, intervistato da Carlo Conti, alla domanda: “Hai la fidanzata? Sei sposato?” Ha risposto: “Veramente cerco un ragazzo”.
Non so se fosse concordato con gli autori ma sicuramente ha fatto riflettere le signore a casa.

Magari la prossima volta, davanti a uno scapolo carino e inspiegabilmente single, chiederanno: come va l’amore?


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